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1 maggio 2012 2 01 /05 /maggio /2012 09:50

Giorgio Caproni è stato uno dei più importanti poeti del Novecento ed appartiene a quella che Pier Paolo Pasolini definì come la "linea poetica antinovecentesca", caratterizzata da uno stile limpido e chiaro e dal recupero, almeno parziale, delle regole metriche tradizionali.

Il poeta nacque a Livorno nel 1912, ma poi a dieci anni si trasferì a Genova, città a cui rimase sempre molto affezionato, tanto da definirla "città dell'anima": dopo la guerra si trasferì definitivamente a Roma e morì nel 1990.

I temi fondamentali della poesia di Caproni sono sostanzialmente tre: la città, la madre e il viaggio.

Tutte le raccolte poetiche giovanili (da "Come un'allegoria" sino a "Stanze della funicolare") confluiscono  nel Passaggio di Enea (1956):la figura mitologica di Enea rappresenta per il poeta l'uomo che recupera il passato e affronta con difficoltà il futuro, alla ricera di un approdo, di una "Terra Promessa" in cui ricostruire la propria vita dopo le rovine della guerra.

Per Caproni l'esistenza umana non è altro se non un viaggio verso una destinazione ignota ed il futuro è sempre visto come incerto e difficie da prevedere:l'esperienza tragica della morte, inoltre, fa sì che ognuno di noi si interroghi sul senso della vita, dal momento che tutto ciò che si è faticosamente costruito sembra crollare definitivamente.

Un altro tema fondamentale della poesia di Caproni è il ricordo della madre, a cui Caproni dedicò la raccolta intitolata "Il seme del piangere": il poeta immagina di ritornare indietro nel tempo e di rivivere con la madre gli anni precedenti la sua stessa nascita. Il rapporto che il poeta instaura con la madre,nella finzione poetica, è di tipo edipico:egli immagina infatti di "fidanzarsi" con la madre, in un amore immaginario che supera i confini dello spazio e del tempo.

Caproni dedicò alla madre la poesia "Per lei", che introduce la raccolta "Il seme del piangere", dedicata al ricordo della madre morta:il componimento è anche e soprattutto un importante manifesto di poetica.

Ecco il testo.

                                                                     

                                                                                                  PER LEI 

 

Per lei voglio rime chiare,
usuali: in -are.
Rime magari vietate,
ma aperte: ventilate.
Rime coi suoni fini
(di mare) dei suoi orecchini.
O che abbiano, coralline,
le tinte delle sue collanine.
Rime che a distanza
(Annina era cosí schietta)
conservino l'eleganza
povera, ma altrettanto netta.
Rime che non siano labili,
anche se orecchiabili.
Rime non crepuscolari,
ma verdi, elementari.

 

 Questo testo racchiude in sè tutte le caratteristiche della poesia di Caproni: la volontà di chiarezza, l'uso di uno stile limpido, semplice ma non per questo banale, lontano dagli artifici di certa poesia del Novecento.

Lo stile impiegato deve riflettere il carattere della madre, che era appunto sincero e schietto, trasparente.

Il linguaggio di Caproni parte da un sapiente recupero della metrica tradizionale, che viene però immediatamente modificata al suo interno: sono frequenti gli enjambements, che danno vita ad un ritmo cadenzato mentre l'uso abbondante di rime, assonanze e consonanze crea una piacevole musicalità.

 

 

 

 

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