Normalmente, quando si parla di Montale, si fa riferimento al primo lungo periodo della sua poesia, quello che inizia a partire dalla pubblicazione della raccolta "Ossi di seppia" (1925) fino ad arrivare alla "Bufera ed altro".(1952).
Dopo questo lungo periodo poeticamente proficuo, seguono molti anni di silenzio, durante i quali Montale si dedica prevalentemente all'attività giornalistica:il silenzio poetico si ruppe nel 1971, quando il poeta pubblicò la raccolta "Satura" (1971).
La raccolta riunisce le poesie scritte tra il 1962 e il 1970:i primi due libri (Xenia I e Xenia II) risalgono al periodo degli anni 1962-66, mentre le composizioni di Satura I e Satura II sono state composte negli anni 1968-70.
A proposito di Satura l'autore ha dichiarato in un'intervista che:"Tra i primi tre libri miei e questo quarto sono passati alcuni anni, anni occupati da un mestiere preciso che prima non avevo, quello del giornalista naturalmente.Quando poi ho cominciato a fare qualche epigramma pubblicato in coda a certi elzeviri sul giornale, allora ho scoperto la dimensione di una poesia che apparentemente tende alla prosa e nello stesso tempo la rifiuta".
Di conseguenza tutta la poesia di Satura e poi delle raccolte successive (Diario del '71 e del '72, Quaderno di quattro anni) appare come un tipo di lirica che è molto vicina al genere letterario del diario, in cui gli spunti dell'ispirazione vengono tratti dalla realtà quotidiana;un evento apparentemente banale (ad esempio uno sciopero generale) diventa per l'autore un'occasione per riflettere sulla realtà contemporanea.
La caratteristica principale di tutta la poesia dell'ultimo Montale è la critica della civiltà contemporanea, in cui il dominio eccessivo dei mass-media provoca paradossalmente uno svilimento della comunicazione, che viene ridotta ad uno slogan pubblicitario; il linguaggio poetico viene destabilizzato e nel verso entrano prepotentemente gli slogan e i tormentoni tipici dei programmi televisivi.
Anche nella raccolta Satura è presente l'elemento femminile, tuttavia esso perde in parte la carica salvifica e la donna diventa una sapiente accompagnatrice di Montale nel cammino della vita.
Questa caratteristica è presente principalmente nella poesia di Xenia, dedicate alla moglie del poeta (Drusilla Tanzi) chiamata affettuosamente con lo pseudonimo di Mosca; il titolo Xenia richiama il XIII libro degli Epigrammi di Marziale, cioè i "regali per gli ospiti", di conseguenza va inteso come un dono che il poeta fa alla moglie che ormai non c'è più, poichè morì il 20 Ottobre del 1963.
Ecco un esempio importante tratto dalla raccolta Xenia:
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, nè più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
E' evidente qui che la moglie diventa una sapiente accompagnatrice di Mntale che, grazie al suo intuito, riesce a "vedere" (nonostante sia fisicamente miope!) molto più lontano rispetto al poeta;una volta che tale guida non c'è più, il poeta è costretto ad affrontare la vita da solo e tutto di conseguenza diventa più complicato.