Vittorio Sereni può essere considerato un esponente della poesia antiermetica del Novecento, caratterizzata da un modo di fare poesia chiaro e diretto, spesso legate a temi civili e di importanza sociale.I critici letterari ritengono che Sereni abbia inaugurato la cosiddetta linea poetica "lombarda", caratterizzata da una predilezione per i temi autobiografici e per la descrizione della vita quotidiana, in modo molto simile all'opera di Umberto Saba.
Vittorio Sereni nasce a Luino nel 1913 si laurea in lettere con una tesi su Guido Gozzano ed entra in stretto rapporto con molti poeti, filosofi ed intellettuali; assieme al filosofo Antonio Banfi e alla poetessa Antonia Pozzi collabora alla rivista "Corrente", a cui collaboravano molti intellettuali ostili al fascismo.
Durante la seconda guerra mondiale il poeta combatte in Grecia e viene intenato per circa due anni in campi di prigionia in Algeria e in Marocco: da questa esperienza nasce la raccolta "Diario d'Algeria".
Dopo la guerra Sereni si trasferisce a Milano, dove insegna per qualche anno e poi lavora come pubblicista alla Pirelli e successivamente come dirigente editoriale alla Mondadori. muore a Milano nel 1983.
Inizialmente la poesia di Vittorio Sereni era abbastanza vicina allo stile difficile tipico degli ermetici, poichè molti intellettuali che collaboravano alla rivista "Corrente" seguivano la moda dell'ermetismo;successivamente l'esperienza della guerra e della prigionia in Algeria portano Sereni a cambiare radicalmente il modo di fare poesia, che diviene molto più realistico e drammatico, con la fitta presenza di dialoghi.
La raccolta più originale è del 1965 e si intitola "Gli strumenti umani", in cui Sereni mostra una grande versatilità attraverso l'uso, anche all'interno dello stesso testo, dei modi espressivi più diversi, passando dalla tenerezza al sarcasmo, dalla gioia allo sdegno; lo spunto per la composizione delle poesie è spesso un fatto apparentemente banale e quotidiano (una passeggiata, la visita ad una fabbrica, ecc.) che però nella mente dell'autore si carica di significati simbolici oppure evoca ricordi importanti.
Un esempio è la bellissima lirica "Amsterdam" e lo spunto dell'ispirazione è dato da una visita di Sereni alla capitale olandese: durante una passeggiata mattutina il poeta s'imbatte nella casa di Anna Frank, la ragazzina ebrea tedesca che durante l'occupazione nazista visse ad Amsterdam nascosta con la famiglia.
Questo fatto occasionale porta l'autore a riflettere su un tema particolare: la possibilità di raccontare ai posteri le proprie esperienze fa sì che l'umanità ricordi solo le sofferenze comunicate attraverso i libri (diari, memorie), ma vi sono migliaia di persone che morirono senza il tempo di denunciare le ingiustizie e i crimini che subirono.La vita, anche e soprattutto nei suoi aspetti più atroci, supera nettamente la letteratura.
La poesia "Amsterdam" è appunto dedicata a tutte le vittime di ogni guerra, anche a quelle sconosciute.
Ecco il testo
Amsterdam
A portarmi fu il caso tra le nove
e le dieci d'una domenica mattina
svoltando a un ponte, uno dei tanti, a destra
lungo il semigelo d'un canale. E non
questa è la casa, ma soltanto
-mille volte già vista-
sul cartello dimesso: "Casa di Anna Frank".
Disse più tardi il mio compagno:quella
di Anna Frank non dev'essere, non è
privilegiata memoria.Ce ne furono tanti
che crollarono per sola fame
senza il tempo di scriverlo.
Lei, è vero, lo scrisse.
Ma a ogni svolta a ogni ponte lungo ogni canale
continuavo a cercarla senza trovarla più
ritrovandola sempre.
Per questo è una e insondabile Amsterdam
nei suoi tre quattro variabili elementi
che fonde in tante unità ricorrenti, nei suoi
tre quattro fradici o acerbi colori
che quanto è grande il suo spazio perpetua,
anima che s'irraggia ferma e limpida
su migliaia d'altri volti, geme
dovunque e germoglio di Anna Frank.
Per questo è sui suoi canali vertiginosa Amsterdam.
Lo stile è volutamente serrato, drammatico, quasi nervoso nella sua tragicità; nella seconda parte della poesia viene ridotta al minimo la punteggiatura perchè Sereni vuole dare libera espressione alle emozioni in lui suscitate dalla memoria di Anna Frank e delle vittime dell'Olocausto.
Il poeta immagina che le anime di coloro che hanno sofferto durante l'occupazione nazista siano ancora vive nella città di Amsterdam e cerchino disperatamente di comunicare con l'umanità; in ogni creatura umana sofferente c'è per l'autore il volto di Anna Frank.