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19 luglio 2011 2 19 /07 /luglio /2011 11:25

Guido Gozzano può essere considerato uno dei più importanti poeti del primo Novecento e soprattutto la sua arte appare in un certo senso rivoluzionaria, proprio perchè egli riesce, attraverso un'apparente imitazione, a superare e a capovolgere la tradizione letteraria del passato.

A questo proposito occorre riflettere sulle parole di Eugenio Montale:"Gozzano fu il primo dei poeti del Novecento che riuscisse ad "attraversare D'Annunzio" per approdare a un territorio suo": ciò significa che Gozzano riesce a fare propria la poetica di D'Annunzio ma la rielabora in modo critico e personale, fino ad arrivare al punto di superarla e perfino capovolgerla.

La formazione culturale di Gozzano avviene nell'ambiente torinese, infatti egli frequentò all'Università di Torino i corsi tenuti dal critico e poeta Arturo Graf; in particolare Gozzano apprezzò molto la produzione deipoeti simbolisti legati a Verlaine (in particolare Jules Laforgue e Georges Rodenbach) e dal punto di vista filosofico egli si accostò alle opere di Nietzsche e Schopenhauer.

Guido Gozzano fu un poeta eclettico con molti interessi tra cui quello per il cinema:egli scrisse infatti anche il copione di un film (San Francesco), che però non fu mai realizzato; tra i suoi molteplici interessi c'è anche la curiosità verso l'entomologia (studio degli insetti e delle loro abitudini), sfociato nella produzione di un pometto didascalico dal titolo "Le farfalle".

La critica ha definito Guido Gozzano come un "poeta crepuscolare", anche se il termine "crepuscolarismo" è stato usato nel 1910 dal critico Giuseppe Antonio Borgese per indicare un tipo di poesia in declino rispetto alla grande tradizione di Pascoli e D'Annunzio; del resto la parola "crepuscolo" porta con sè già l'idea di tramonto, di decadenza di qualcosa che un tempo è stato in pieno splendore.

Questa definizione non rende giustizia all'opera di Gozzano, che è molto complessa e soprattutto originale, ma del resto è una costante:molti grandi movimenti letterari e artistici sono stati prima etichettati i nsenso negativo (gli impressionisti in arte, ad esempio), salvo poi essere rivalutati successivamente.

Tutti i poeti crepuscolari, però, sono uniti da un comune denominatore: l'opposizione all'idea che la poesia debba essere la portavoce di un'ideologia (politica o religiosa poco importa) e la rappresentazione di un mondo umile, fatto di giardini abbandonati, conventi, piccoli eventi di una vita provinciale tranquilla e monotona.

In tutto questo c'è la volontà precisa di opporsi ad un modello ben individuabile: la poetica di D'Annunzio, basata molto spesso sulla retorica e sul concetto dell'artista come "superuomo" che redime la società.

In Guido Gozzano l'opposizione a D'Annunzio si evidenzia attraverso l'ironia, cioè il poeta usa volutamente alcuni termini dannunziani, ma li inserisce in un contesto umile e dimesso, creando un effetto di contrasto; infatti Eugenio Montale affermò una volta che Gozzano fu l'unico a "fare scintille accostando l'aulico con il prosaico", perchè il poeta adopera volutamente dei termini molto colti per descrivere gli oggetti della quotidianità.

Guido Gozzano scrisse due grandi raccolte di liriche:la prima si intitola "La via del rifugio" (1907) e la seconda "I colloqui" (1911); le liriche contenute in queste raccolte si caratterizzano per un'affinità di temi e di linguaggio,si tratta infatti di vere e proprie novelle in versi, con uno stile narrativo scorrevole e vicino alla prosa e la predilezione di forme metriche chiuse (come la sestina).

 

 

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