La raccolta "Le occasioni" comprende le poesie scritte da Montale fra il 1928 e il 1939 ed il primo nucleo del libro è costituito dalla raccolta "La casa dei doganieri e altri versi", che uscì a Firenze nel 1932.
L'intero volume è diviso in quattro sezioni introdotte da una lirica intitolata "Il balcone", che fa parte della serie dei "Mottetti":si tratta di poesie di carattere descrittivo in cui è applicata la tecinica del "correlativo oggettivo" usata molto da Thomas Eliot (si veda l'articolo relativo ad Eliot).
Il tema principale di tutta la raccolta "Le occasioni" è la figura femminile vista spesso in senso quasi religioso, salvifico e molto vicino all'immagine della donna che avevano i poeti stilnovisti del Duecento: quasi tutte le poesie della raccolta sono in realtà delle dediche a diverse donne che hanno costituito dei punti di riferimento importanti nella vita di Montale, ad esempio Anna degli Uberti (conosciuta in Liguria a Monterosso) oppure Irma Brnadeis, un'ebrea americana studiosa di Dante e fuggita negli Stati Uniti dopo le leggi razziali emanate dal fascismo nel 1938.
La lirica di apertura delle Occasioni, qui antologizzata, è appunto una dedica ad Anna degli Uberti, morta piuttosto prematuramente (a 54 anni) nel 1959.
Il balcone
Pareva facile giuoco
mutare in nulla lo spazio
che m'era aperto, in un tedio
malcerto il certo tuo fuoco.
Ora a quel vuoto ho congiunto
ogni mio tardo motivo,
sull'arduo nulla si spunta
l'ansia di attenderti vivo.
La vita che dà barlumi
è quella che sola tu scorgi.
A lei ti sporgi da questa
finestra che non s'illumina.
L'espressione "mutare in nulla lo spazio che m'era aperto" sembra prefigurare la possibilità della rassegnazione di fronte alla ricerca di un senso da dare alla vita, ricerca che per il poeta appare molto travagliata e spesso non proficua:è evidente la contrapposizione con il Tu femminile, che invece sembra percorrere la vita sostenuta da certezze, come suggerisce l'espressione "il certo tuo fuoco".
Questa è in effetti una costante di tutta la poesia di Montale:la figura femminile viene vista
come portatrice di una verità che sfugge al poeta e quindi può rappresentare una luce, un'ancora di salvezza in una vita dominata da continue incertezze e difficoltà.
Anna degli Uberti è quindi l'unica che può scorgere la vita che dà "barlumi":questo termine indica quei momenti magici della vita in cui l'esistenza appare dotata di senso e di significato e non soltanto un insensato susseguirsi di giorni sempre uguali, dominati dalla noia e dalla fatica.
"La finestra che non s'illumina" dell'ultimo verso è la memoria del poeta, che ripercorre gli istanti vissuti con Anna ormai morta, ma in un certo senso molto più "viva" del poeta, proprio perchè inserita in una dimensione metafisica.