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19 giugno 2011 7 19 /06 /giugno /2011 21:07

Umberto Saba rappresenta una voce poetica piuttosto particolare nella lirica del Novecento, poichè egli non si è mai identificato con nessuna delle correnti e delle mode poetiche dominanti nel Novecento, soprattutto si è sempre opposto alla moda ermetica, dal momento che per lui la poesia deve "fare chiarezza" e quindi non può e non deve essere complicata e troppo ricca di metafore astruse.

Il poeta nacque a Trieste nel 1883 ed era di origine ebraica: egli visse fino a vent'anni affidato alla madre, donna dal carattere chiuso e difficile, piena di rancore verso il marito da cui si era separata: il poeta stesso riconobbe più tardi nel rapporto di amore-odio che lo legava alla madre e nell'assenza del padre uno dei motivi che lo condusse a soffrire di una particolare forma di nevrosi. Tale disagio venne aggravato dal fatto che il poeta, all'età di tre anni, dovette separarsi da una balia di origine slovena (l'amatissima "Peppa") a cui era legatissimo.

Trieste era a fine Ottocento un centro culturale periferico, tuttavia all'inizo del Novecento il clima  mutò profondamente, anche grazie alla diffusione nei circoli intellettuali della filosofia di Nietzsche e dell'opera di Italo Svevo; Umberto Saba inoltre collaborò per qualche tempo con gli intellettuali raccolti attorno alla rivista "La Voce", anche se i rapporti del poeta con "i vociani" furono spesso segnati da incomprensioni.

L'intera opera di Saba è raccolta in un unico grande volume intitolato "Il canzoniere", la cui edizione definitiva risale al 1948; le poesie sono dipsoste in ordine cronologico e configurano una vera e propria biografia del poeta.

Per capire la poesia di Saba è necessario rifarsi ad un opuscolo pubblicato sulla rivista "La Voce" nel 1910 ed intitolato:"Ciò che resta da fare i poeti è la poesia onesta".

Per Saba la poesia "onesta" è quella che ha il coraggio di dire la verità sui sentimenti e sulle motivazioni che spingono l'uomo ad agire, è insomma un tipo di lirica che è in grado di scandagliare l'inconscio dell'uomo; l'interesse per la psicanalisi è stato una costante nella vita di Saba, anche perchè effettivamente egli fu costretto a sottoporsi a lunghe sedute psicanalitiche per migliorare la sua nevrosi.

Per il poeta la sofferenza e l'amore sono un'esperienza fondamentale nella vita dell'individuo, proprio perchè attraverso il dolore e l'esperienza dell'amore l'uomo comprende il valore della quotidianità ed è spinto anche a guardarsi dentro per cercare delle risposte sul significato autentico della vita.

Nella poesia di Saba sono presenti figure e temi che restano costantemente uguali a se stessi: la città di Trieste e i suoi fanciulli, i caffè del porto di Trieste, l'amata moglie, gli animali che vengono spesso umanizzati, la nostalgia del  passato e il ricordo dell'infanzia.

Un esempio emblematico forse di tutta la filosofia poetica di Saba è la poesia "Amai", tratta dalla raccolta "Mediterranee":

                                                              Amai trite parole che non uno

                                                              osava. M'incantò la rima fiore

                                                              amore,

                                                              la più antica difficile del mondo.

 

                                                              Amai la verità che giace al fondo,

                                                              quasi un sogno obliato, che il dolore

                                                              riscopre amica. Con paura il cuore

                                                              le si accosta, che più non l'abbandona.

 

                                                              Amo te che mi ascolti e la mia buona carta

                                                              lasciata al fine del mio gioco.

 

Le "trite parole" della prima strofa sono le parole semplici, che descrivono la quotidianità e i problemi che l'uomo deve affrontare ogni giorno, proprio quella semplicità che, nella prima parte del Novecento, era rifiutata da molti intellettuali che al contrario praticavano una poesia quasi "esoterica" per la sua difficoltà ed accessibile ad una ristretta elite culturale (l'Ermetismo appunto); la rima "fiore-amore" è definita difficle proprio perchè il sentimento amoroso è complesso, mette in luce aspetti dell'uomo che la ragione tende a soffocare perchè forse fanno paura.

Infatti subito dopo il poeta dice di "amare la verità che giace al fondo", cioè la parte inconscia dell'individuo, quell'insieme di ricordi e di emozioni che la razionalità rimuove e che comunque, nel bene e nel male, finiscono sempre per guidare le nostre decisioni e le conseguenti azioni.

Il dolore come l'amore è un'esperienza fondamentale, proprio perchè fa sì che la persona abbandoni la gabbia della razionalità per agire in maniera più spontanea e questo è il primo passo per analizzare se stessi ed arrivare fino all'inconscio, non a caso la psicanalisi afferma che per guarire dai mali dell'anima è necessario guardare in faccia ai traumi e alle sofferenze che hanno caratterizzato la nostra vita, senza rimuoverli.

 

 

 

 

 

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  • : In questo blog verrà presentata un'antologia delle poesie più significative della letteratura italiana e straniera, con notizie sulla vita degli autori e sulla loro concezione poetica ed esistenziale.
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