In occasione della festa della mamma intendo proporre alcune poesie che alcuni autori hanno dedicato alla propria madre: i sentimenti di affetto verso la figura materna sono infatti una costante in molti poeti di epoche diversissime, e ciò testimonia il fatto che esiste una comune natura umana che si identifica in valori fondamentali come l'affetto verso i genitori, l'amore, l'amicizia, valori che per alcuni autori pessimisti sono anche visti come illusioni effimere (Leopardi in primis), ma da cui l'uomo non può prescindere, a meno di negare la sua stessa natura.
Iniziamo da questo testo del poeta Giuseppe Ungaretti:
La madre
E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
Come è evidente, in questo testo il poeta immagina la madre che intercede presso Dio, per fare in modo che i peccati (inevitabili) del figlio siano perdonati: soltanto allora ella potrà accoglierlo nella gioia del Paradiso, perché il perdono di Dio fa cadere qualsiasi divisione.
E' interessante notare come il muro d'ombra sia il confine che separa la vita dalla morte e ciò mi ha sempre ricordato il mito filosofico della caverna di Platone, secondo cui gli uomini sulla Terra vivono in una specie di caverna che li separa dalla vita vera, quella ultraterrena.
In Ungaretti quindi la madre è una figura ultraterrena, immaginata, ma tuttavia sempre viva nei ricordi dell'autore.
Ecco invece la madre nella sua concretezza, descritta da Edmondo De Amicis:
Non sempre il tempo la beltà cancella,
o la sfioran le lacrime e gli affanni;
mia madre ha sessant'anni
e più la guardo e più mi sembra bella.
Non ha un detto, un sorriso, un guardo, un riso, un atto
che non mi tocchi dolcemente il cuore!
Ah! se fossi pittore,
farei tutta la vita il suo ritratto!
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
perch'io le baci la sua treccia bianca,
o quando, inferma e stanca,
nasconde il suo dolor sotto un sorriso...
Pur, se fosse un mio prego in cielo accolto,
non chiederei del gran pittore d' Urbino
il pennello divino,
per coronar di luce il suo bel volto:
vorrei poter cambiar vita con vita,
darle tutto il vigor degli anni miei,
veder me vecchio, e lei,
dal sacrificio mio, ringiovanita.
Questa poesia è a mio avviso tra le più belle dedicate alla madre, sia per la sua concretezza sia per i valori che trasmette:il poeta celebra la capacità delle madri di superare il proprio naturale egoismo, il proprio istinto stesso di conservazione per dedicarsi alla vita del figlio, fino ad annullarsi per amore, come quando nasconde il "dolore" sotto un sorriso. A questo proposito di esempi se ne possono fare tanti, visto che l'amore materno è forse la forma più alta di sacrificio e di affetto, addirittura in alcuni casi di eroismo.
Il poeta, quindi, contagiato da tale esempio di abnegazione, vorrebbe anche lui diventare vecchio anche per non subire la perdita, purtroppo inevitabile, della madre stessa.
E con queste poesie auguro.........una meravigliosa festa a tutte le madri!